Come l’incontro tra Meloni e Fedriga ha sbloccato il dibattito sul terzo mandato, i nodi politici tra Lega e FdI e le prossime mosse.
In Italia la discussione sul terzo mandato si è recentemente riaccesa, dopo una serie di eventi regionali e centrali che hanno creato un terreno fertile per riprendere il dibattito, lo sa bene Giorgia Meloni. Un paio di settimane fa, un incontro tra la premier Giorgia Meloni e il governatore della Friuli‑Venezia Giulia Massimiliano Fedriga ha innescato un meccanismo diplomatico–istituzionale capace di cambiare le carte in tavola.

Il contesto regionale e le tensioni nel centrodestra
Le elezioni in Sardegna e a Genova hanno agitato i sondaggi, segnalando un calo di consensi per Fratelli d’Italia dovuto alla presenza di liste Zaia tese a captare voti nel centrodestra. Questi campanelli d’allarme, insieme alla capacità di reazione delle altre forze politiche, hanno reso chiaro a Meloni che è necessario ricucire rapporti con la Lega per evitare una spaccatura sul piano elettorale nazionale. Serviva una svolta, e l’incontro con Fedriga ha rappresentato un gesto simbolico e concreto in questa direzione.
Il dilemma parlamentare e le mosse imminenti
Sul metodo per approvare la riforma servono cooperazione e strategia. Lega e FdI sembrano divisi su come portare avanti il terzo mandato. I leghisti avrebbero affidato a Roberto Calderoli la presentazione di un ddl parlamentare, evitando il decreto legge, meno gradito dal Quirinale perché manchevole di urgenza. Fratelli d’Italia, invece, preferirebbe l’inserimento tramite emendamento al legge sul premierato, presentando la norma entro luglio. Entrambe le strade presentano vantaggi e svantaggi: la via parlamentare appare più lineare, ma meno veloce; la seconda rischia diluizione nei tempi legislativi.
In uno scenario dove il centrodestra deve confrontarsi anche con le posizioni di Forza Italia, emerge un’ulteriore complicazione. Secondo Maurizio Gasparri, il tema dei mandati sarà affrontato dai leader, mentre Fulvio Martusciello chiarisce che spostare le Regionali (o rimandarle come nel 2020 per il Covid) «non ha senso»: si potrà discutere di terzo mandato solo dopo queste elezioni.
Solo alla fine, durante una manifestazione per la pace a Roma, è arrivato il commento forse più insolito: da Vincenzo De Luca, che – sorridendo – ha parodiato il tema con un invito a «mantenersi su questa linea», accompagnato da un’esclamazione in dialetto partenopeo: «Ma la vuoi finire, riposati».
La vera svolta arriva ora: il via al terzo mandato non è un’ipotesi astratta, ma una proposta concreta che nasce dall’incontro Meloni–Fedriga, ha trovato sostegno tra le forze di centrodestra, e vede il primo step nel prossimo confronto tra governo e Regioni. I dettagli sul veicolo parlamentare – ddl tramite Calderoli o emendamento al premierato – verranno definiti nelle prossime settimane, con l’obiettivo di presentare la norma entro luglio. A questo punto, il nodo non è più se ci sarà un terzo mandato, ma quando e come sarà realizzato. Il tutto come riportato da ilgiornale.it